I valori della nostra Cantina
Il rispetto per l’ambiente e la tradizione avviene in sinergia con l’utilizzo di moderni impianti e con tecniche di vinificazione avanzate che tengono conto delle conoscenze scientifiche in grado di dar vita ad un vino che riesce a coniugare gusto e salute.
Questa attività di vinificazione viene svolta in perfetta interazione con i tempi ed i cicli naturali e nel rispetto delle più antiche tradizioni, impedendo che meri interessi commerciali vadano a forzare il processo di maturazione . Ed è per questo che non si imbottiglierà mai a Dicembre, a soli due mesi dalla vendemmia, non si farà grande distribuzione e si eviterà una standardizzazione chimica del gusto. Quest’ultimo sarà pura espressione del territorio e delle uve che da secoli si esprimono in maniera eccezionale su queste terrazze, con tutte le loro sfumature di cui è possibile coglierne le differenze di anno in anno. Studio, ricercatezza, professionalità e passione sono alla base del nostro lavoro.
Caratteristiche che hanno portato “Alchimia”, l’ultimo nato delle nostre cantine, ad entrare nei “top hundred” al Golosaria di Milano 2016.
UN SOGNO, UN PROGETTO
La storia dell’Azienda inizia sotto il fuoco della passione, la passione per le mie origini che dall’Abruzzo mi ha portato a Francavilla Angitola e quella per il vino. Un binomio, quello tra questo suggestivo paesello, noto come il paese del Drago, e vino che, se da taluni ancora oggi viene ignorato o non valorizzato, in realtà veniva già elogiato da antichi scrittori quali il Barrio, Marafioti e Fra Leandro Alberti i quali decantavano la perfezione del vino prodotto in questa stessa zona già nel 1500.
Ed è proprio qui che ho voluto dare inizio al mio sogno e alla realizzazione di un progetto: produrre del buon vino nel rispetto della Natura. Non solo un legame viscerale con le mie origini, ma un vero e proprio richiamo alla tradizione vitivinicola di questo lembo di terra, un luogo sospeso tra il mare e il cielo e dove il sole accarezza dolcemente le vigne che degradano verso l’azzurro del mare in terrazze naturali. Un microclima perfetto dove la vitis vinifera introdotta fin dal 2000 a. c. ha trovato il suo naturale luogo di produzione: un terreno roccioso insieme ai venti salini e alla lunga esposizione solare determinano un microclima unico, mite e temperato, dando vita ad un equilibrio che permette di avere una maturazione dell’uva completa ed omogenea.
Storia, miti, leggende ma soprattutto indiscutibile estasi del palato
Introdotta dai Fenici nella loro infaticabile opera di tessitura di rapporti commerciali da una sponda all’altra del Mediterraneo, magica pozione in grado di far invaghire il Dio Apollo, strumento di conquista di Giacomo Casanova, il mio approccio, al ritorno alla Terra dei miei avi, con l’uva di Zibibbo ed il suo “nettare” è stato folgorante. Anch’io conquistato – direi abbastanza banalmente (come resistergli!) – dal suo ineguagliabile fascino.
Sorpresa ed orgoglio mi hanno, piuttosto, colto quando ho scoperto come questo vitigno sia stato, fin dall’antichità, protagonista indiscusso della vinificazione a Francavilla Angitola e nella vicina Pizzo. È vero che l’attaccamento campanilistico quando si parla di vino è sempre fortissimo, ma non si tratta di inanellare frasi pubblicitarie o citazioni storiche a suffragio della bontà di un vino, bensì di non ignorare una radicata tradizione vinicola tramandata, tutt’oggi, dal racconto e dallo sguardo deliziato di chi ha ancora intatto il ricordo di questo profumatissimo vino consumato – qui la sorprendente peculiarità – durante i pasti.
Una tradizione diversa, non per questo non altrettanto importante, rispetto al noto Moscato.
Un vino da tavola, secco, fresco, espressione inconfondibile del nostro territorio, frutto di un’alchimia tra “le terroir” e la fresca e sapida brezza marina, determinata dall’abbraccio del verde incanto e aromatico delle colline all’azzurro mare di questo piccolo lembo di Costa… non a caso quella degli “Dei”.
Un’unione quasi mistica dei quattro elementi naturali, ricca di minerali e disposta su terrazzamenti quasi rocciosi; aria proveniente dal mare, che risalendo dal fondovalle accarezza le uve lasciando su di esse un inconfondibile sapidità; acqua di un territorio ancora incontaminato privo di industrie e di traffico, lontano dagli effetti distruttivi dell’uomo; fuoco, quello del sole che sfruttando l’esposizione offerta dai terrazzamenti naturali, non abbandona mai le uve, dal loro nascere fino alla loro maturazione e successivo appassimento.
Ecco, allora, che dal colpo di fulmine al desiderio di riportarlo ai suoi antichi ed importanti albori il passo è stato breve, ridando inizio le nostre Cantine prima alla coltivazione di questa pregiata e rara uva, poi alla sua vinificazione ed imbottigliamento ed alla realizzazione del presidio Slow Food.
Il nostro intento è quello di restituire alla tradizione vinaria calabrese ancor più che un semplice vino, l’orgoglio di una peculiare vinificazione dello Zibibbo che in questa versione secca è in grado di valorizzare i piatti tipici della Costa. L’Azienda è stata la prima ed unica in Calabria ad aver creduto in questo progetto di riscoperta ed interpretazione “enostorica”, un progetto che trova il plauso di chi, non essendosi mai prima avvicinato, assaporandolo rimane incantato dalle sue suadenti note floreali e fruttate e colpito da un’inaspettata nota secca.
Convinti porteremo avanti questo progetto, affrontando nuove sfide, come la realizzazione dell’imminente passito e dell’incontro del “Sig. Zibibbo” con la seducente Malvasia.
La passione per questa terra, la passione per lo Zibibbo
Giovanni Celeste Benvenuto.
Il Presidio
Quattro produttori hanno creato l’associazione “I vignaioli dell’Angitola” e hanno iniziato a recuperare i terrazzamenti di Pizzo e di Francavilla Angitola per riportare sul mercato quest’uva pregiata (oggi nota solo per via della vinificazione fatta a Pantelleria). Quest’opera di recupero riguarda da un lato vigneti di una trentina d’anni e dall’altra nuovi impianti realizzati dai produttori stessi.
Il Presidio nasce quindi valorizzare una tradizione e una coltivazione oramai desueta, recuperando i vecchi terrazzamenti destinati alle viti e all’olivo: una coltivazione promiscua che un tempo caratterizzava tutta la costa. Il progetto si concentra sull’uva da tavola stabilendo regole rigorose, di coltivazione ma anche di raccolta, per garantire l’arrivo sul mercato di un prodotto eccellente.
Area di produzione
Area agricola dei comuni di Francavilla Angitola e Pizzo Calabro (VV)
